La mia intervista su Il Giorno con Annamaria Lazzari sui volumi di conversazione online di politici e virologi.
“La visibilità mediatica dei virologi si lega al fatto che la pandemia, all’inizio, abbia preso tutti in contropiede. La politica, senza risposte, è rimasta in silenzio e i virologi hanno coperto il vuoto che si era creato negli spazi
mediatici. Nel 2000, tuttavia, il fenomeno non avrebbe assunto queste dimensioni colossali. Oggi uno scienziato ha la possibilità di twittare tutti i giorni, diventando egli stesso un media. Non sempre però esprimendosi con la dovuta sensibilità perché non è abituato a nuotare nel mare della comunicazione di massa, diversa da quella scientifica”.
L’analisi è di Andrea Barchiesi, ceo di Reputation Science, società che si occupa di analisi e gestione della reputazione. Fra il 13 e 16 febbraio, i suoi analisti hanno messo a confronto i volumi delle conversazioni online riferite ai leader politici ed esperti di Covid19, dimostrando che “la presenza degli esperti nel dibattito pubblico sia pervasiva“.
Nella classifica dello share online Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, e Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’università di Padova, protagonisti allora di un dibattito acceso sulla necessità
di un nuovo lockdown, si collocano al quinto (5,1%) e sesto posto (3,8%) dopo Mario Draghi (28,6%), Matteo Salvini (8,6%), Alessandro Di Battista (6.9%) e Matteo Renzi (6,3%). Massimo Galli (1,7%), Matteo Bassetti (1,7%), Roberto Burioni (1,6%) e Fabrizio Pregliasco (1,5) hanno uno share più alto del governatore della Campania Vicenzo De Luca (1,2%).