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Wiki War: l’analisi Reputation Manager sul conflitto in Ucraina visto da Wikipedia

Su Wikipedia c’è in corso una lotta non vista per disegnare i fatti. Da anni studiamo i meccanismi che regolano Wikipedia e le logiche della sua community. La portata del conflitto ideologico sulla guerra in Ucraina che scorre tra gli utenti non va sottovalutata. I contenuti che vengono pubblicati sul portale sono infatti molto meno volatili della stampa: una volta approvati, vengono rimossi con difficoltà. Ecco perché gli editor sono così agguerriti, la stessa Russia si è mossa cercando di imbavagliare l’enciclopedia: cerca di presidiare e difendere la propria posizione.

Le pagine che raccontano le tensioni con la Russia e la guerra scoppiata a febbraio sono infatti al centro di uno scontro ideologico: fazioni contrapposte che combattono a colpi di “edit” sull’enciclopedia libera. Con Reputation Manager abbiamo analizzato le pagine legate al conflitto e gli utenti più attivi, per mettere in luce una guerra di informazione sotterranea che va avanti da anni e coinvolge più aspetti.

Alcuni risultati dell’analisi:

  • Le pagine sulle tensioni tra Russia e Ucraina nell’ultimo mese sono state visualizzate oltre 1,2 milioni di volte. A marzo, il profilo di Vladimir Putin è stata la pagina più vista in Italia davanti a Ucraina e Guerra nel Donbass
  • La pagina sull’invasione russa dell’Ucraina è al centro di una frenetica attività di moderazione: sono oltre 500 le modifiche apportate dagli utenti nel primo mese di guerra
  • Le informazioni in lingua italiana legate al conflitto, a differenza di quelle della versione inglese di Wikipedia, soffrono di “recentismo” e sono “influenzate dalla macchina della propaganda”
  • Utenti attivi sul conflitto in Ucraina svolgono una frequente attività di moderazione anche su temi legati al Covid-19 e al Green Pass

Nell’ultimo mese, ovvero dallo scoppio del conflitto armato in Ucraina, queste tre pagine sono state visualizzate 1,2 milioni di volte, con una media di 30 mila visitatori giornalieri e picchi in corrispondenza dei principali eventi di attualità. Un dato che spiega quanto sia importante presidiare l’enciclopedia libera, che spesso rappresenta la prima fonte di informazione per molti utenti del web. Un trend da segnalare, quando si analizzano le visualizzazioni di queste pagine, è il crescente peso della pagina specifica relativa alla guerra del febbraio-marzo 2022 (Invasione russa dell’Ucraina del 2022): creata il 25 febbraio e online solo il 15 marzo, in meno di due settimane ha superato, per visualizzazioni giornaliere, le pagine più “storiche”.

Fonte: Wikipedia

Quali sono stati i temi al centro delle discussioni? Come detto prima, gli utenti si sono scontrati fortemente sull’opportunità o meno di pubblicare una pagina su un conflitto in corso. Ma, anche quando la pagina è stata portata online, le diatribe non si sono fermate. L’attività di moderazione dei contenuti è frenetica: lo dimostrano le 500 modifiche effettuate alla pagina solo nei primi 30 giorni dalla nascita. Inserimenti e cancellazioni si susseguono ad alta frequenza. L’utente Nicola R., dopo aver espresso posizioni molto spinte sulla guerra, ha chiesto le scuse di un altro utente che lo aveva apostrofato come “filo putiniano”. Di certo, i suoi interessi sono chiari: la sua attività nell’ultimo mese è legata a doppio filo alla Russia. Tra le pagine con cui ha interagito di più compaiono: l’invasione dell’Ucraina, la pagina sulla Nuova Russia di Doneck e Lugansk e quella sul Battaglione Sparta di Doneck, accusato di crimini di guerra e torture. Non solo. A marzo ha creato le pagine dedicate a Andrej Borisovič Kolesnikov, Vitalij Gerasimov e Oleg Mitjaev, generali russi morti durante l’invasione.

Lo scontro ideologico in atto non si ferma alla guerra tra Russia e Ucraina, ma coinvolge anche il tema più caldo degli ultimi due anni: la pandemia da Covid-19. Reputation Manager ha mappato gli utenti più attivi nella discussione sul conflitto Russia-Ucraina. Un esempio è proprio Codas, citato poco fa: nel tempo ha eseguito molte modifiche su argomenti come il Covid-19, i vaccini, le conseguenze della pandemia sui diritti umani, le proteste contro il Green Pass e il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Sintomo della forte sovrapposizione tra interessi e schieramenti ideologici.

Nello svolgere la nostra analisi abbiamo trovato anche il riferimento a un gruppo Telegram in cui alcuni utenti discutono, in via preventiva e lontano dagli occhi della community, su quale linea di pensiero tenere in merito al conflitto e su quali modifiche fare. C’è una tensione tra correnti di pensiero molto forte: controllare l’informazione significa governare la percezione, la posta in gioco è altissima. I rischi, per aziende, politici, personaggi pubblici, ma direi per l’opinione pubblica nel suo complesso, sono alti.

Per accedere al report completo:

Andrea Barchiesi

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