L’intelligenza artificiale, grande esclusa di questa campagna elettorale, sta cambiando il mondo. Dai leader politici è lecito aspettarsi regole, ma anche una riflessione sull’etica dell’AI. Essa non conosce i principi di giusto o sbagliato, a meno che non le vengano ‘insegnati’ dall’uomo: quali principi morali vogliamo che adottino le AI programmate per gestire le nostre città, ad esempio? In caso di attacco hacker o blackout, l’intelligenza artificiale potrebbe dover scegliere se continuare ad alimentare un ospedale o spostare l’energia altrove.
Ma il discorso è ancora più ampio. L’etica riflette i sistemi culturali, varia a seconda della latitudine e della storia di una società. È possibile selezionare a priori quale etica adottare per tutti? Quali organismi sovranazionali dovranno controllare la sua applicazione? Il mondo accademico si sta già interrogando su questo tema, è tempo che anche la politica intervenga.
La mia riflessione sul tema dell’etica nel campo dell’intelligenza artificiale per StartupItalia:
L’intelligenza artificiale stringe rapporti con l'editoria e le testate, assorbendone il punto di vista e perdendo l’imparzialità.
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