A ottobre, l’osservatorio di Reputation Science registra un aumento della rilevanza mediatica dei top manager italiani: +74% sul mese precedente. È un trend già evidenziato in passato: l’ampliamento a 360° del loro ruolo come testimonial di aziende e Paese. L’importanza degli executive sui media è cresciuta del 92% rispetto al 2021, che a sua volta aveva fatto segnare un +86% rispetto al 2020. La guerra, le elezioni politiche e le grandi manovre in atto sfociano così in un vero e proprio exploit della loro influenza.
L’osservatorio Top Manager Reputation rimane guidato dal cluster Finance e da Carlo Messina (83.43). L’ad di Intesa Sanpaolo ha focalizzato la propria presenza online sui temi legati alla leadership (82%), commentando il pacchetto di aiuti stanziato dalla banca per aiutare imprese e famiglie ad affrontare i rincari, oltre alla laurea magistrale honoris causa ricevuta dal Politecnico di Bari. Medaglia d’argento per Claudio Descalzi (80.22), uno dei più esposti sul tema dell’energia: asset della comunicazione le dimensioni leadership (65%) e Esg (35%). Francesco Starace di Enel, terzo con 79 punti, è il manager che ha generato più conversazioni sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (68%).
La Fashion Week e le reazioni positive generate online garantiscono ai manager della moda una performance positiva. Sono 6 i rappresentanti del fashion in top20, guidati dal quarto posto di Giorgio Armani (77.70). A seguire, Brunello Cucinelli (72.76), Renzo Rosso (66.98), Remo Ruffini (62.66), Diego Della Valle (62.05) e Miuccia Prada (60.92).
Nel cluster Energy, Renato Mazzoncini di A2A (77.11), impegnato sulle rinnovabili, sale di una posizione. Sesto Matteo Del Fante di Poste Italiane (76.27), davanti a Stefano Donnarumma di Terna (73.19) e John Elkann (72.95). In decima posizione Luigi Ferraris (69.36). Andrea Orcel di UniCredit (69.32) continua a crescere, Urbano Cairo (66.96) e Alessandro Benetton (63.71) si confermano in top15.
Fabrizio Palermo con la nomina in Acea rientra al 53° posto. I dati del mese suggeriscono che per crescere non basta generare traffico, ma occorre lavorare sulla qualità, stabilire una relazione con il proprio pubblico. E i top manager che hanno generato contenuti online a basso impatto reputazionale, quelli dello sport, calano in classifica.
L’articolo su L’Economia del Corriere della Sera: