Il 12 e il 13 febbraio, si svolgeranno le elezioni regionali in Lombardia e i tre principali candidati hanno generato insieme 124mila conversazioni online, caratterizzate da una certa polarizzazione. Emerge da un’analisi di Reputation Science, che ha monitorato per tre mesi i contenuti online riferiti ai tre leader politici.
Mentre in un comizio elettorale il politico è seguito da chi lo sostiene, con tanti applausi e solo qualche fischio isolato, nella piazza virtuale arrivano tutti, anche chi è di parte avversa. Non è un caso, infatti, che questi contenuti siano risultati negativi nel 63% dei casi.
Il re, l’antagonista e l’outsider. Così possono essere descritti, sulla base dei loro comportamenti social, Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5S) e Letizia Moratti (Terzo polo). I tre puntano su stili di comunicazione diversi.
Fontana, diciamo il re della situazione, gioca in casa sfruttando il suo ruolo per cavalcare l’onda: è abbastanza bravo, fa la sua parte con un approccio istituzionale, ma non ha neppure bisogno di calcare troppo la mano. È il candidato che ha più follower, 368mila, però bisogna tenere presente che, a differenza degli altri due, ha avuto cinque anni di tempo per costruire la sua fanbase.
A contendergli il trono è Majorino che ha meno follower (85mila), ma è il più forte su Twitter. Il candidato di centrosinistra e M5S ha scelto uno stile diverso, di scontro. La sua cifra è l’antagonismo, l’impronta della sua comunicazione è avversativa. In altri termini: non spiega cosa farà ma in cosa hanno sbagliato gli altri. Il mio giudizio però su questo approccio non è positivo. Il fatto che il 73% delle conversazioni che riguardano Majorino abbia un sentiment negativo dovrebbe far riflettere.
Chi è rimasta davvero indietro però sui social è l’outsider Moratti, seguita solo da 16mila persone. Moratti non riesce a trovare la sua cifra. Il fatto che su Facebook arrivi a pubblicare anche 8 post al giorno non le garantisce visibilità. Se c’è l’effetto della saturazione il messaggio diventa in qualche maniera sgradito. Gli autori in televisione conoscono bene i pericoli della sovraesposizione, forse sui social non si è ancora ben compreso.
Inoltre, nessuno dei tre leader politici è presente su TikTok. Credo che sbaglino. Se la battaglia è combattuta, la differenza la farà anche l’ultimo voto. Peraltro, i suggerimenti di ricerca mostrano come l’assenza sia essa stessa un rischio reputazionale. Gli utenti, ad esempio, hanno associato Moratti a Masterchef prendendo in giro il video in cui cucina e hanno associato Majorino a termini come “contestato” e “burka”.
L’analisi di Reputation Science e una mia intervista su Il Giorno: