L’utilizzo dei social media sta diventando sempre più centrale nella comunicazione dei top manager. Secondo l’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager, che monitora oltre 150 profili di dirigenti attivi in Italia, all’inizio del 2023 il 75% dei dirigenti è attivo su almeno un social media, mentre il 45% ne utilizza più di uno. LinkedIn è la piattaforma più utilizzata (54%), seguita da Twitter (28%) e Instagram (18%).
In particolare, LinkedIn continua a essere la piattaforma preferita dai manager italiani, con una crescita della Top20 dei profili più seguiti del 21,6% nel quadrimestre settembre 2022-gennaio 2023.
Nel 2022, i principali 150 executive italiani sono stati menzionati in rete 252 mila volte, mentre nel 2021 i contenuti online erano stati 152 mila (+66%): è il sintomo della rilevanza anche politica che i top manager hanno assunto.
Agli executive moderni è richiesto un compito in prima persona molto più attivo rispetto al passato: al giorno d’oggi, la comunicazione di una società, tramite un suo manager, governa la percezione pubblica dell’azienda stessa.
La comunicazione è un asset vero e proprio e la reputazione è duale. Vi sono due poli, il brand e il CEO che opera da ambassador. Al giorno d’oggi, la comunicazione di un’azienda, tramite un suo manager, governa la percezione pubblica dell’azienda stessa.
I dati del 2022 mettono in luce questo nuovo ruolo sociale dei top manager. Quasi un contenuto su due (46%) è infatti riferito alla sfera della Leadership: in un contesto di crisi, il Paese ha guardato a loro in cerca di una guida. Segnale di come i leader d’azienda siano sempre più integrati nel dibattito pubblico, non solo in quello economico. Soprattutto in momenti di crisi in cui gli altri punti di riferimento vacillano.
Il tema ESG si conferma uno degli asset portanti della comunicazione dei top manager. Fare impresa, anche in Italia, significa così prestare attenzione sia al benessere interno che a quello esterno, cercando di avere un impatto positivo anche sulla società che ci circonda. Non a caso, sempre più top manager si fanno portavoce di valori e desideri di cura del Pianeta e delle persone, soprattutto su LinkedIn.
Valgono il 19% del totale le Performance aziendali. Una dimensione che oscilla a seconda del periodo dell’anno, incontrando i propri picchi di attenzione in prossimità della pubblicazione delle trimestrali. Residuale il racconto della storia personale degli executive (4%): un asset che pochi riescono a sfruttare generando effetti positivi.
L’osservatorio ha sviluppato un modello a piramide a 10 livelli per spiegare la comunicazione social dei top manager. Tra i dati che incidono sull’inserimento nelle diverse categorie, i temi trattati, la frequenza di pubblicazione, il numero di follower e le interazioni generate con la propria attività di comunicazione.
A gennaio 2023, i manager assenti dai social (Asocial) rappresentano il 25% degli oltre 150 manager presi in esame, in lieve calo rispetto a un anno fa. Aumentano, però, gli Inactive, ossia gli executive che, pur essendo formalmente presenti sui social con almeno un profilo personale, non risultano attivi da più di un anno. È inattivo, in particolare, il 28% dei profili social (rispetto al 26% di gennaio 2022).
Il 64% dei manager analizzati risulta attivo su almeno una piattaforma social e, mentre a settembre lo stile comunicativo più comune risultava essere quello del Brand Ambassador, ossia uno stile che predilige una comunicazione orientata ai successi e allo sviluppo dell’azienda per cui il manager lavora, oggi questo definisce il 22% dei top manager attivi sui social (una riduzione di 8 punti percentuali rispetto a un anno fa), superato dagli Interactive, che rappresentano invece il 30%. Una categoria, quest’ultima, costituita da manager capaci di suscitare interesse e reazioni consistenti e che ha subìto una grande espansione nell’ultimo anno (+19 punti).
L’analisi di Reputation Manager, pubblicata su diverse testate, tra cui Milano Finanza, è consultabile qui nella sua versione integrale.
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