L’intelligenza artificiale è una forza trasformativa che sta rivoluzionando e continuerà a rivoluzionare la società, proprio come avvenuto con l’elettricità a suo tempo. L’AI non è solo un’innovazione tecnologica, ma una rivoluzione che influenzerà ogni aspetto della nostra vita.
Già oggi, l’intelligenza artificiale supera le capacità umane in determinati settori, come gli scacchi e la diagnostica medica. Tuttavia, lo sviluppo di un’intelligenza generale generale (artificial general intelligence), ossia un’AI che possa essere applicata a svariati compiti, è ancora una sfida aperta. E per qualcuno è un obiettivo lontano, o addirittura utopico.
Le nuove tecnologie sono già parte della nostra quotidianità. Si pensi agli algoritmi di raccomandazione di Netflix, al feed personalizzato di Facebook e di altre piattaforme social o al nostro profilo su Amazon. L’AI alla base di questi servizi impara da noi e predice i nostri interessi, avanzando suggerimenti basati sul nostro storico di acquisti e preferenze (espresse e non).
L’adozione dell’intelligenza artificiale, però, genera sfide etiche e normative di non poco conto. Quando un’azienda utilizza simili sistemi per la selezione dei candidati in sede di colloqui di lavoro o quando un istituto di credito li usa per approvare la concessione di prestiti, come si può essere sicuri che queste macchine non siano ‘affette’ da bias? Qui entrano in gioco i concetti di trasparenza e spiegabilità, non sempre agevolmente applicabili ad algoritmi che, per loro natura, possono essere ‘misteriosi’. Ma anche il principio di Human in the Loop, ossia l’uomo al centro, coinvolto nei processi – anche autonomi – dell’AI.
Proprio per affrontare tutte queste sfide legate all’adozione concreta dell’intelligenza artificiale, abbiamo fondato Artificial Minds, una società specializzata in AI, che offre servizi e consulenza a imprese e istituzioni.
L’adozione dell’AI deve avvenire nel rispetto dei principi etici, per permettere che l’intelligenza artificiale potenzi e completi le capacità umane anziché sostuirle. A determinare queste dinamiche sono però le scelte politiche e aziendali, che indirizzeranno gli sviluppi delle nuove tecnologie.
Ne ho parlato con Manuela Donghi, nel corso di un’intervista nel programma Umami su Giornale Radio (clicca sull’immagine per ascoltare l’intervista):
L’intelligenza artificiale stringe rapporti con l'editoria e le testate, assorbendone il punto di vista e perdendo l’imparzialità.
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